Avviso ai naviganti

Solo oggi ci accorgiamo che finora non è stato possibile inserire commenti, in effetti ci sembravate un pò troppo pigri, considerato che siete in tanti a passare da queste parti. Ci scusiamo con tutti quelli che hanno provato a commentare nei mesi scorsi, e vi invitiamo a provarci di nuovo, ora si può!

lunedì 7 gennaio 2008

La lettera a Babbo Natale di Matteo Vandalismi

Oh Quacko, su invito dell’umano ridotto Matteo Vandalismi, creatura di cui ti ho già riferito nel rapporto precedente, ho tradotto in simbologia alfabetica terrestre le sue richieste. Per motivi a me tuttora ignoti la sua comunicazione è fluente e comprensibile alle mie orecchie, ma non a quelle degli umani, per questo ho tradotto con il lessico di cui dispongo i suoi pensieri. La sua missiva è indirizzata ad un entità venerata dalla casta dei non estesi, meglio conosciuta sulla terra come Babbo Natale. Mi riprometto di decodificare ed analizzare la struttura religiosa collegata allo stesso, gli unici elementi certi finora sono due: egli dispone del potere di esaudire i desideri della casta dominante (“bambini”) e ha instaurato un rapporto simbiotico con una seconda figura di culto meglio conosciuta come “Befana”. Segue la mia traduzione delle richieste del Vandalismi.


Carissimo Vegliardo, che munifico distribuisci ludica gioia nel giorno del genetliaco di Nostro Signore Gesù, chi ti scrive è un umile e indegno ammiratore della tua sfarzosa e magica opera.
Per sfuggire all’azzardo di intraprendere un angusto sentiero che, per la sua lungaggine, lambisce l’abissale precipizio del tedio e della ridondanza, cercherò di esprimermi con laconica favella.
Sono ben consapevole che la mia condotta è ben lungi dal poter esser da te anche solo considerata tra il novero delle più diligenti e meritevoli di encomio. Sei senz’altro nella posizione di giudicare il mio operato come biasimevole e indegno di qualsivoglia forma di soddisfazione. Ne avresti ben donde. Purtuttavia, credimi o celeberrimo: nulla quaestio sulle mie nitide intenzioni e sulla buona fede che ha guidato le mie azioni.
In virtù della nettezza d’animo che senza falsa modestia ho anzi declamato e dell’imperitura fama che segue le tue gesta, potrei senza angoscia affidarmi alla tua magnificenza e accettare l’omaggio natalizio che il tuo cuor gentile meglio crede possa convenire ad una legittima gratificazione del mio modus operandi nel corso dell’anno.
Ciò nonostante, la rigida forma mentis che rende obsoleti i comportamenti degli individui che mi hanno generato, mutuata dalla staticità di una società ottusa che non è in grado di sorprendere, esige l’esplicitazione da parte mia di una non generica ambizione.
Non sarò dunque ai tuoi occhi meschino, se oserò affidare a questa missiva un timido desiderio, che, considerata la tua sconfinata e proverbiale onnipotenza, non dovrebbe essere arduo da realizzare.
Non anelo a volgari oggetti materiali, non ti lusingo per la brama di policromatici balocchi, la mia unica invocazione si concretizza nell’impeto di libertà che dall’alba dell’essere accompagna l’individuo.
Ti prego, infrangi le catene che mi vincolano a coloro che mi trasferirono la vita, spezza il canapo biologico del sangue che mi tiene legato ad essi, muta in aride le mie radici, fa ch’ io non sia più frutto di quel seme, percorri a ritroso il cammino della discendenza e rendi nebulosa la mia genesi.
Oh Vegliardo, rendi avverabili le circostanze che mi possano concedere di proseguire il mio cammino al fianco di una ben più degna compagna: ne ho individuata una alle cui orecchie la mia favella non è disimpegnato blaterare ma giudizio nitido sulle cose del mondo, ella sola m’intende, e con me raffronta il suo pensare. Io ti imploro: non privarmi dell’incomparabile conquista del logos, lasciami fuggire con l’Enorme Papera Gialla.

Mi rimetto al tuo severo ma equanime giudizio

Con intramontabile entusiasmo e vivido rispetto.

Matteo Vandalismi