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Solo oggi ci accorgiamo che finora non è stato possibile inserire commenti, in effetti ci sembravate un pò troppo pigri, considerato che siete in tanti a passare da queste parti. Ci scusiamo con tutti quelli che hanno provato a commentare nei mesi scorsi, e vi invitiamo a provarci di nuovo, ora si può!

mercoledì 12 dicembre 2007

La drammatica segnalazione di Leoluca Vandalismi

Mi ucciderà.
Mi assassinerà, mi ammazzerà, mi massacrerà, mi fredderà, mi sopprimerà, mi truciderà, mi annienterà, mi distruggerà, mi eliminerà. In un modo o nell’altro lo farà. Strozzandomi, strangolandomi, fucilandomi, impiccandomi, decapitandomi, ghigliottinandomi, facendomi a pezzettini piccoli o in pezzi grandi da dare in pasto ai maiali di Zio Giacinto, oppure cremandomi nel forno a microonde per poi sparpagliare le mie ceneri nel Canal Grande.
No, non farà nulla di tutto questo, almeno non prima di avermi adeguatamente torturato. Non mi crederà mai. Per farmi parlare, per scoprire la verità che secondo lei io non voglio dirle, mi sottoporrà ai più atroci supplizi, mi martorierà il corpo in più parti, lo strazierà con i più crudeli strumenti di dolore, mi sevizierà, se necessario mi farà violentare dall’alano di Zio Giacinto (un uomo che ha l’aspetto di una creatura che ha l’aspetto di un uomo) Probabilmente mi costringerà ad ascoltare “Perdono” di Tiziano Ferro nella rara studio vesion impreziosita dal feauturing di Gigi D’Alessio.

“Matteo”
“Dov’è Matteo”
“Non lo so, cara”
“Ah ah. Dimmi dov’è”
“…”
“Leoluca dimmelo!”
Ma io non le posso raccontare quello che è successo, o forse quello che io credo sia successo, forse non è successo, forse è un incubo, ahi! Cazzo questi stramaledetti spilli fanno male anche in sogno. Ma non è un sogno. Non capisco. Lei è andata a comprare dei regali di Natale con sua madre.
“Non ti preoccupare, vai pure, stiamo un po’ tra uomini oggi pomeriggio, eh Matteo!”.
“Si si,fallo dormire e appena si sveglia fagli il bagnetto, mettigli nella vasca i giochini che gli piacciono tanto, tipo la nave dei pirati, ne va matto. Ah, poi fagli bere un po’ di latte, mi raccomando con i biscottini sbriciolati piccoli piccoli, e controlla che non sia troppo caldo, diamine l’altra volta una goccia caduta sulla tovaglia ha fatto un buco bruciacchiato che non vedevo da quando…oh insomma stai attento!”
E allora è uscita, l’ho preso, l’ho messo un po’ davanti alla TV che c’erano i teletubbies, che secondo me gli piacciono un sacco, ho cercato di farlo ridere con qualche verso: e dududu, e titititi, e chi è il bambolotto di papà, ma mi risponde solo con delle smorfie che per assurdo sembrano di disapprovazione. Boh, saranno movimenti involontari dei muscoli del viso.
Ora a nanna. Solo venti minuti. Cosa c’era adesso? Bagnetto.
Riempio la vasca, acqua tiepida, bagnoschiuma, nave dei pirati. “Aspettami qui Matteo, vado a prendere lo scaldino. Ma dove l’ha messo, ah eccolo”
Torno in bagno. Matteo non c’è più. Nella vasca, insieme ai pirati, centinaia di paperelle gialle di gomma, sembra un’invasione.
Squilla il telefono, corro a rispondere.
Silenzio. Un silenzio che parla.
Dall’altra parte sanno.
Un grido straziante vomitato direttamente dal mio stomaco: “Cosa avete fatto a Matteo eh? Chi siete, quanti soldi volete, merde! Giuro che se lo toccate ve ne pentirete per tutta la vita, bastardi…dov’è mio figliooooooooooooo?”
“QUA”

mercoledì 5 dicembre 2007

Rapporto #003



Oh Quacko,
dopo più di una unità temporale che gli individui stanziali sulla Terra chiamano “mese”, inizio a prendere confidenza con gli stessi. Ho provato ad instaurare alcune forme di conversazione con i terrestri, ma solo in una piccola percentuale l’esito è stato positivo. Le uniche forme di vita che hanno dato feedback sono state quelle di dimensioni ridotte, il loro status all’interno della società viene denominato “bambini”. La loro statura oscilla tra i 50 e 100 delle unità spaziali denominate “centimetri”, ed ho motivo di pensare che la loro posizione sociale sia ai vertici della collettività. Credo di aver decodificato le gerarchie, che sono organizzate in questo modo: il livello di potere è inversamente proporzionale alla statura, i più corti posseggono un dominio quasi totale sull’esistenza della categoria sociale denominata “adulti”. Questi ultimi sono completamente assoggettati ai bambini, che esercitano il loro potere attraverso onde sonore che gli adulti non sembrano in grado di sopportare; per questo riducono la propria esistenza ad una funzione di stampo schiavistico, le cui mansioni vanno dalla pulizia personale, all’alimentazione, sino all’intrattenimento. Se vogliamo conquistare questo pianeta dobbiamo comprendere le dinamiche sottese a questa forma di dominazione. Oltre a tutto questo, credo che i bambini siano la forma di vita più evoluta sul territorio in quanto sono stati gli unici a rispondere ai miei tentativi di comunicazione. In particolare ho concentrato i miei sforzi su Matteo, di centimetri 66. Segue il resoconto della nostra prima conversazione.
“Ciao tu sei un altro giocattolo?”
“No, sono un’Enorme Papera Gialla, inviata sulla terra dal Dio Quacko per approfondire la conoscenza sui vostri usi”
“Capisco, io mi chiamo Matteo, e non sai quanto sia bello poter finalmente parlare con qualcuno che non limita la sua sintassi a suoni incomprensibili”
“Spiegati meglio”
“Guarda sono davvero esausto. Mio padre, mia madre, i miei nonni, ma anche semplici passanti, non sono in grado di comunicare. Mi dicono cose sconnesse del tipo “dudududu, e tititititi, e chi è il più bel bambolotto?”. Io provo a fargli capire che possono parlare normalmente, ma niente. E’ davvero frustrante”
“Mi spiace, e ti capisco. Come non riescono a sentire le tue parole, non riescono a vedere la mia presenza, se non per brevi lassi di tempo. Ho provato a manifestarmi in diversi contesti, ma il contatto visivo è stato sempre fulmineo”
“Forse non siamo così diversi, mi piaci, sei un bel tipo. Perché non andiamo a farci un latte giù al bar? Dovrei fare il bagnetto ma non ho voglia, mi lavano in continuazione.”
“Non so cosa sia un latte, ma ti accompagno volentieri. Però non vorrei far preoccupare tuo padre, magari gli lascio degli elementi visivi per far capire che sei con me.”
“Fai pure”.
Fine del rapporto.